UN ALTRO UOMO
di
Giancarlo Loffarelli
NOTE DI REGIA
Il realismo è la cifra stilistica con cui si intende caratterizzare la messinscena di questo testo: essa si presenta come la forma espressiva più coerente alla struttura drammaturgica e lessicale del testo stesso.
Si tratta di un realismo che va messo al servizio della teatralità di parola attraverso cui, evidentemente, si sviluppa tutta la vicenda narrata e le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi.
La struttura a flashback, dunque, pur costituendo l'asse portante del testo, non deve trarre in inganno: non deve, cioè, condurre lo spettacolo alla semplicistica ricerca di un mimetismo cinematografico.
L'interpretazione degli attori deve tendere ad una naturalezza mai dimentica della dimensione teatrale.
Gli attori devono lasciare che in ogni personaggio affiori un elemento caratterizzante attorno al quale costruire tutto il ruolo: la sofferenza dello spaesamento di Dario, la cristallina purezza di Virginia (nomen omen), la sofferta carnalità di Caterina, la fragilità nascosta di Elvira, la costante ironia di Ugo, la continua ambiguità di Claudio e l'eterea ineffabilità di Gabriele (dal nome angelico).
L'atmosfera calda della scenografia, sostenuta dalle scelte luministiche e dai costumi, tutti su tinte autunnali, intende creare un ambiente che rivela, dietro l'apparente andamento di genere (il giallo), la vera natura del testo che assume i connotati del thriller psicologico.
La dimensione del giallo va, comunque, mantenuta, poiché è essa che deve catturare e costantemente tener desta l'attenzione dello spettatore. Così come, al tempo stesso, va evidenziata la peculiarità di "questo" giallo: la scoperta dell'autore del delitto non chiude la vicenda, poiché una sorta di secondo finale si rivela essere il vero finale della storia.
Una discreta colonna sonora jazz (Duke Ellington, Harry James e Pat Metheny) lega contrappuntisticamente i salti temporali, assecondando, a volte, l'accumulo di tensione, risolvendo, altre volte, in modo ironico un momento drammatico.
GIANCARLO LOFFARELLI