IL BURBERO BENEFICO
di
Carlo Goldoni

PRESENTAZIONE

Carlo Goldoni (Venezia, 1707 - Parigi, 1793) è uno dei massimi rappresentanti del teatro italiano ed uno degli autori più importanti della scena teatrale di tutti i tempi. Nato quando il cosiddetto ancien regime è ai suoi massimi sviluppi e morto quando la Rivoluzione francese già da alcuni anni sta cambiando la storia europea e mondiale, Goldoni offre un suo personale contributo, altrettanto rivoluzionario, per cambiare radicalmente il modo di intendere il teatro. A Goldoni, infatti, si deve quella "riforma" teatrale che traghetterà il teatro italiano ed europeo dalle forme della Commedia dell'Arte al teatro cosiddetto "borghese" che avrà il suo più largo sviluppo nel corso dell'Ottocento. Il suo, infatti, è un realismo, sia linguistico che di ambientazione, che cerca di superare la comicità "bassa" tipica della Commedia dell'Arte, presentando spettacoli in cui si descrivono, con controllo e moderazione, i difetti ed i paradossi della realtà, al fine di proporre un nuovo ordine razionale e morale, coerente con la visione ideologica dell'Illuminismo borghese a lui contemporaneo. Questa notazione non deve però indurre ad un'interpretazione intellettualistica di Goldoni il quale, per usare le parole di Silvio D'Amico, resta sempre un "contrappuntista, uno stretto parente dei musicisti del suo tempo, non il fotografo ma il festoso pittore d'un mondo superficiale, stanco, sensualistico e tutt'altro che eroico". In quest'ottica musicale, le sue commedie sono vere e proprie feste per i sensi, dove il divertimento acquista un valore assoluto, perfettamente fuso con la pura gratuità della vita.

Il burbero benefico fu scritto da Goldoni in francese (Le bourru bienfaisant) e messo in scena per la prima volta alla Comédie Française il 4 novembre 1771; il giorno successivo fu rappresentato presso la Corte di Francia, alla presenza del Re Luigi XV. La commedia ebbe, fin da subito, un esito trionfale e fu apprezzato da grandi intellettuali del tempo come Metastasio e Voltaire.

Da un paio d'anni, Goldoni si era trasferito a Parigi e così egli racconta la sua decisione di scrivere commedie in lingua francese: "Spiravo a comporre qualche cosa in francese: volevo dimostrare a coloro che non conoscevano l'italiano che avevo un posto tra i loro autori drammatici; e mi rendevo conto che bisognava o far le cose per bene o nemmeno mettercisi".

E per scrivere Le bourru bienfaisant, Goldoni chiese consiglio persino a Rousseau, quando questi, però, gli chiese di poter leggere la commedia, Goldoni, che aveva promesso a Rousseau di fargli avere il manoscritto, preferì defilarsi, timoroso che il grande filosofo potesse riconoscersi nella figura del protagonista, Geronte.

Fu Goldoni stesso a farne poi una traduzione in italiano.

La vicenda, ambientata a Parigi nella casa di Geronte, narra le burrascose disavventure finanziarie di Leandro, nipote del ricco ma burbero Geronte che non vuol più sentir parlare dello sciagurato nipote, che è stato capace di sperperare il suo patrimonio personale e la dote della sorella, Angelica, per soddisfare i capricci di sua moglie, Costanza. Geronte è quindi deciso a provvedere alla sistemazione della sfortunata nipote fornendole una dote per sposare l'uomo che egli ha scelto per lei: Dorval, un vecchio amico di Geronte.

La scoperta che Angelica non ama Dorval, che Costanza non è l'insaziabile superficiale che egli credeva, che Leandro ha sperperato il patrimonio soltanto per amore; tutto ciò indurrà il burbero Geronte alle sfuriate che tanto terrorizzano le persone che gli sono vicine, salvo poi svelare il buon cuore che il suo brutto carattere aveva tenuto sempre celato.

La compagnia teatrale "Le colonne" presenta la messinscena de Il burbero benefico con la regia di Giancarlo Loffarelli che ne offre una interpretazione ispirata alla lettura di Silvio D'Amico: non un Goldoni osservatore, cantore e critico della borghesia del Settecento, fiero oppositore della Commedia dell'Arte, ma un Goldoni che, in continuità con quella tradizione, costruisce, con maggiore abilità, caratterizzazione psicologica e complessità di intrecci, spettacoli che esaltano la vitalità attraverso la forma del puro divertimento; teatro autoreferenziale come autoreferenziale può essere la musica, non per questo incapace di suscitare emozioni e riflessioni.