RUMORS
di
Neil Simon

PRESENTAZIONE

Neil Simon, nato a New York nel 1927, è uno dei più importanti commediografi del secondo Novecento, autore di numerose commedie, molte delle quali trasportate nel cinema, spesso per l’interpretazione della coppia Jack Lemmon e Walter Matthau (A piedi nudi nel parco, La strana coppia, Appartamento al Plaza, Il prigioniero della Seconda strada, Quel giardino di aranci fatto in casa, I ragazzi irresistibili, California Suite).

Con stile garbato e una grande tecnica di scrittura, Neil Simon smaschera i vizi di una borghesia americana che, dietro una grande sicurezza economica e un’immagine sociale impeccabile, nasconde un volto cinico e arrogante, votato all’antica legge dell’homo homini lupus.

Una delle sue commedie più riuscite è Rumors, scritta nel 1988, in cui a far da specchio alle ipocrisie dell’alta borghesia newyorchese sono proprio i pettegolezzi (i “Rumors”) di cui essa vive e in cui si avvolge fino a restarne soffocata.

La scena è ambientata nella lussuosa villa di Charley Brock, vice sindaco di New York, la sera in cui egli e la moglie Myra festeggiano il proprio anniversario di matrimonio. Noi non vedremo mai i due coniugi poiché, all’alzarsi del sipario, quando nella villa arriva la prima coppia di invitati, Myra è scomparsa e Charley Brock è nella sua camera da letto, semicosciente e ferito nel tentativo di suicidarsi. Ken e Chris Gorman, la prima coppia sopraggiunta, si rendono subito conto che c’è il rischio che la festa si trasformi in uno scandalo che travolgerebbe la carriera politica del vice sindaco di New York e, all’arrivo della successiva coppia di invitati, saranno costretti a inventarsi una serie di storie improbabili per giustificare l’assenza dei coniugi alla propria festa di anniversario. L’inevitabile confusione, cui i tentativi di nascondere la verità daranno luogo, sarà destinata a moltiplicarsi via via che giungeranno gli altri invitati finché dovrà esplodere all’immancabile arrivo della polizia.

L’ambientazione americana della commedia costituisce, nella fervida immaginazione di Neil Simon, semplicemente lo spunto per raccontare e sorridere sui vizi tipici di ogni essere umano in qualsiasi contesto sociale, venendo a costituire quel ruolo che il grande teatro ha sempre svolto; quello, per dirla con Shakespeare, “di reggere, per così dire, lo specchio della natura, di mostrare alla virtù le sue proprie fattezze, allo scorno la sua immagine e alla tempra e alla fisionomia stesse dell’epoca la loro forma e impronta.” (Amleto, atto terzo, scena seconda).

Al tempo stesso, Neil Simon, soprattutto nel finale, svela il meccanismo metateatrale e metaletterario che costituisce il livello più profondo del testo e secondo il quale la realtà perde la propria consistenza oggettiva per divenire “semplicemente” prodotto della narrazione.